UNIVERSITAS LABORIS

Come diventare Personal Trainer (anche senza laurea): la guida completa per farlo legalmente e in modo professionale In palestra c’è chi si allena e basta, e chi un giorno decide di trasformare quella passione nel proprio lavoro. Non stiamo parlando dell’amico muscoloso che “fa schede” agli altri per simpatia, né di chi studia due tutorial online e inizia a vendere programmi su Instagram. Diventare Personal Trainer in modo serio, legale e sostenibile richiede percorso, metodo, responsabilità. La buona notizia è che non serve per forza la laurea, ma serve sapere cosa stai facendo, a chi ti rivolgi e come operi nel rispetto della salute delle persone. In un mercato in cui il benessere fisico è diventato una priorità, la figura del PT professionale è tra le più richieste. Ma chi cerca un trainer non vuole un atleta: vuole qualcuno in grado di guidarlo, proteggerlo, farlo migliorare, con un approccio realistico e scientifico. Questo è il punto: non vendi esercizi, vendi risultati e sicurez...

  Come trovare lavoro in meno di 30 giorni: metodo reale, basato sul mercato e sulle leve che muovono le selezioni Trovare lavoro in meno di 30 giorni non è un trucco, e non è nemmeno una questione di fortuna. È un processo. Quando si osservano le persone che riescono a ottenere un’occupazione in tempi brevi, si scopre che non hanno fatto qualcosa di “magico”: hanno semplicemente smesso di usare gli strumenti tipici di chi cerca lavoro passivamente e hanno iniziato a muoversi come chi vuole generare opportunità, non aspettare che queste cadano dal cielo. Il problema non è che il mercato del lavoro è fermo. È che, nella maggior parte dei casi, il candidato lo approccia nel modo sbagliato: CV generico, invio massivo di candidature, zero posizionamento personale, zero follow-up, nessuna comprensione delle dinamiche di selezione interne alle aziende. Chi usa queste premesse è destinato a subire, non a scegliere. In questo contesto, il curriculum non è solo un documento: è il primo f...

Tutti cercano la “crisi economica”. La cercano come si cerca un temporale: «un po’ di pioggia e poi torna il sole». Ma quello che sta accadendo non è una tempesta. È una mutazione del clima stesso. Il mercato del lavoro e la finanza stanno cambiando contemporaneamente, in modo strutturale. Ed è inutile sperare che tutto torni “come prima”. Il prima non esiste più. La finanza tradizionale non è più governata dagli umani Per anni la narrativa è stata semplice: studia i mercati, leggi report, analizza grafici, confronta un portafoglio titoli, investi in ETF e fai il DCA. Oggi questo è materiale da museo. Il gioco non è più “capire i trend”, ma “capire chi crea i trend”. Chi controlla i capitali non sono più analisti, gestori e trader con 20 anni di esperienza: sono infrastrutture digitali. Gli hedge fund e i grandi fondi non cercano più il professionista con intuizione geniale, ma il modello che può assorbire un secolo di dati in minuti, collegare sentiment, cicli, geopolitica, volumi ...

10 lavori che spariranno prima del 2030: l’AI sta per cancellare intere professioni L’intelligenza artificiale non è una moda. Non è “il nuovo Excel”, non è un tool per smanettoni, e non è un giocattolo per nerd. L’AI è una rivoluzione produttiva , paragonabile all’introduzione della macchina a vapore o del motore a scoppio. Le aziende la stanno adottando non per “innovare”, ma per risparmiare , controllare , tagliare costi , accorciare processi e fare di più con meno persone . E quando l’efficienza diventa l’obiettivo, i lavori ripetibili e poco strategici vengono tritati senza pietà. Questo articolo non parla di “come l’AI ti renderà più produttivo”. Parla di chi verrà sostituito. E per alcuni settori è già troppo tardi. 1. Data entry e digitatori (🗑️ già sostituiti) Chi inserisce dati, compila database, trascrive numeri da un PDF a un gestionale… È già finita. OCR + LLM + RPA hanno reso questa mansione: più veloce più economica più precisa attiva 24/7 Una PMI c...

Tutti guardano le aziende dall’esterno: direttori commerciali, responsabili di area, project manager, C-level, CEO, CFO. Ma ciò che fa funzionare una grande azienda, una PMI o un ente pubblico non sono le figure che parlano nei meeting: sono quelle che mettono a terra il business . Sono professionisti che lavorano “dietro le quinte”, quasi sempre lontani dai riflettori, spesso senza titoli su LinkedIn, senza homepage del sito, senza presentazioni aziendali. In molti casi non hanno scrivanie patinate, non parlano con l’HR e non organizzano team building. Tuttavia guadagnano più di manager molto più visibili. Perché? Perché riducendo i costi, abbattendo errori o aumentando efficienza , incidono direttamente sul risultato economico. Ecco le 7 figure invisibili che fanno guadagnare le aziende (e se sei bravo ti fanno guadagnare anche a te). 1. Procurement Specialist Chi è: il professionista che tratta con fornitori, negozia contratti, abbassa i prezzi, previene ritardi e protegge ...

Chi cerca lavoro crede quasi sempre di conoscere la causa di tutti i propri fallimenti: il Curriculum Vitae. Lo si accusa di essere troppo breve, troppo lungo, poco creativo, poco professionale, non aggiornato, non coerente, non conforme ai template ATS, non “attraente”. Così si entra in un circolo vizioso: si passa ore a fare micro-modifiche, a cambiare font, a spostare sezioni, a riscrivere il profilo, a inserire o cancellare esperienze, a studiare formati, modelli, template. Ma ciò che quasi nessuno accetta, perché è doloroso ammetterlo, è questo: il CV è responsabile di una piccola parte del tuo successo occupazionale. La vera discriminante è la tua visibilità. O, in termini brutali: quanto sei verificabile. Il mercato del lavoro nel 2025 non funziona più come nel 2010. Secondo molte analisi HR, il tempo medio di lettura del CV — quando viene effettivamente letto — oscilla tra 6 e 12 secondi nella fase di scrematura iniziale. E se il tuo documento è simile a quello di altri...